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L’infusione di vitamina C è una terapia che prevede l’introduzione direttamente in vena della vitamina al fine di raggiungere in breve tempo elevate concentrazioni nel sangue a scopo terapeutico.
PRENOTA VISITALa vitamina C, conosciuta anche come acido ascorbico, è un nutriente essenziale che non viene sintetizzato dall’organismo umano e deve quindi essere introdotto attraverso l’alimentazione o gli integratori. È una vitamina idrosolubile necessaria all’ organismo per sintetizzare il collagene, il quale rinforza:
La vitamina C ha molti benefici ed è nota per la sua capacità di agire come agente antiossidante, in grado quindi di rimuovere i radicali liberi, riducendone il danno provocato a livello del genoma. L’utilizzo della vitamina C è stato adottato anche in ambito oncologico, trovando tra i suoi sostenitori anche il premio Nobel Linus Pauling e il suo collega Ewan Cameron.
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L’infusione di vitamina C è una terapia che prevede l’introduzione direttamente in vena della vitamina al fine di raggiungere in breve tempo elevate concentrazioni nel sangue a scopo terapeutico.
Assumendo la vitamina C come integratore per via orale, non si riescono a raggiungere le stesse elevate concentrazioni delle infusioni endovenose, dette anche flebo, che sono circa 20-30 volte superiori.
Gli integratori di vitamina C possono aiutare il sistema immunitario, ma agiscono con meccanismi diversi dalla somministrazione endovenosa. Inoltre, nessun integratore alimentare può sostituirsi alla vitamina C endovenosa, perché non è possibile raggiungere livelli così alti di acido ascorbico nel sangue, nemmeno assumendo delle dosi massicce.
Bisogna inoltre fare attenzione ad assumere dosi elevate di integratori di vitamina C (>1-2 g/die), perché possono causare effetti collaterali come crampi addominali e diarrea.
La vitamina C endovena viene utilizzata in caso di pazienti che presentano un malassorbimento causato da problematiche intestinali o come coadiuvante in caso di infezioni o patologie oncologiche.
La somministrazione endovenosa di vitamina C è tornata alla ribalta per i suoi possibili effetti benefici nel trattamento di pazienti affetti dal COVID-19.
1
Ottimizza i processi
di guarigione
dell’organismo
2
Incrementa i livelli
di energia e riduce
la stanchezza
3
Promuove l’attività del sistema immunitario nella resistenza
contro la stanchezza
4
Migliora la qualità
di vita nei pazienti
oncologici
Il dosaggio della vitamina C viene definito in base al peso della problematica specifica del paziente. La vitamina C viene opportunamente diluita in una fisiologica e poi iniettata direttamente nella vena di un braccio. La tecnica prevede una protezione per la soluzione contenente la vitamina C, in quanto la sostanza è fotosensibile. Proprio per evitare che la luce ne riduca l’efficacia, nello studio utilizziamo specifici materiali monouso che proteggono la vitamina C dall’esposizione luminosa.
Nonostante l’utilizzo della vitamina C per via endovenosa ad alte dosi sia diffuso anche all’estero, negli Stati Uniti e in Europa (Germania, Austria, svizzera), si tratta di una metodica che ancora oggi è motivo di divisione nella comunità scientifica. Si può comunque affermare che esistono pubblicazioni scientifiche internazionali che ne attestano l’efficacia e l’utilità in diversi settori della medicina. È importante evidenziare che la vitamina C, non essendo brevettabile, non ha mai trovato il favore dell’industria farmaceutica.
Come per ogni terapia medica, per ricevere questo tipo di trattamento è necessaria una visita preliminare, per valutare se ci sono i presupposti per effettuarla e l’assenza di controindicazioni come il favismo, le malattie renali e l’emocromatosi e di altre situazioni specifiche. Le prove attuali da studi clinici controllati indicano che la vitamina C per via endovenosa è generalmente sicura e ben tollerata.
I pazienti affetti da cancro hanno una sintomatologia comune legata alla progressione della malattia e agli effetti collaterali della chemio e radioterapia, che hanno un profondo impatto sulla qualità di vita del paziente. La stanchezza è il sintomo più comune e debilitante riportato dai malati oncologici.
Alcune ricerche condotte dal Premio Nobel Linus Pauling hanno mostrato che le infusioni endovenose di vitamina C ad alto dosaggio possono aumentare la sopravvivenza e la qualità della vita dei malati terminali. Diversi studi recenti dimostrano che la vitamina C endovena riesce ad alleviare la fatica, l’insonnia, la perdita di appetito, la nausea ed il dolore, oltre a migliorare aspetti cognitivi ed emozionali.
Da ulteriori trials clinici si evince che la vitamina C endovena ad alte dosi è sicura e ben tollerata nei pazienti con tumore ed è valida sia come terapia a sé stante sia in combinazione con farmaci chemioterapici.
Anche se gli effetti anticancro della vitamina C non possono considerarsi conclusivi, i dati esistenti sono confortanti. Questo tipo di trattamento nei pazienti affetti da tumore ha fatto rilevare:
In alcuni case-report ci sono stati inoltre dei riscontri positivi anche nel trattamento delle metastasi polmonari (vedi immagini). Si tratta di casi singoli che ancora non possono essere utilizzati per stabilire protocolli clinici utili per un trattamento standard.
Alcune recenti ricerche ipotizzano che gli alti livelli di acido ascorbico nel sangue, raggiunti con la somministrazione endovenosa, possano avere un effetto pro-ossidante (produzione di radicali liberi); questo potrebbe spiegare gli effetti sulle cellule tumorali e sulle infezioni. In particolare, la produzione di radicali liberi è particolarmente dannosa per le cellule tumorali, in quanto queste ultime non possiedono i sistemi enzimatici capaci di neutralizzarli, a differenza delle cellule normali.
La vitamina C fu suggerita per la prima volta come strumento per la cura del cancro negli anni ’50: il suo ruolo nella produzione e protezione del collagene portò gli scienziati a ipotizzare che il rifornimento di ascorbato avrebbe protetto i tessuti normali dall’invasività e dalle metastasi del tumore.
Inoltre, poiché i malati di cancro sono spesso impoveriti di vitamina C, il rifornimento può migliorare la funzione del sistema immunitario e migliorare la salute e il benessere dei pazienti. La maggior parte delle ricerche da quel momento in poi si è concentrata sull’ascorbato endovenoso.
Di seguito alcune osservazioni relative all’uso delle infusioni di ascorbato endovenoso (IVC) per il trattamento di molte patologie:
La vitamina C si è dimostrata utile nel ridurre il deterioramento del microcircolo indotto nella sepsi e nel danno d’organo dovuto a ischemia / riperfusione.
Questi effetti protettivi contro lo stress ossidativo, presente nei casi di sepsi, ustione o nel danno da riperfusione, riducono la lesione e la disfunzione d’organo, favorendo anche il recupero post rivascolarizzazione cardiaca.
La vitamina C (ascorbato, acido ascorbico) è un importante antiossidante solubile in acqua, che aumenta la produzione di collagene extracellulare ed è utile anche per il corretto funzionamento delle cellule immunitarie. La vitamina C ha molti benefici ed è nota per la sua capacità di agire come agente antiossidante. Forse non tutti sanno che la vitamina C svolge anche ruoli chiave nella sintesi della L-carnitina, nel metabolismo del colesterolo, nell’attività del citocromo P-450 (importante gruppo di enzimi disintossicanti del fegato) e nella sintesi dei neurotrasmettitori.
La vitamina C per via endovenosa:Il protocollo di infusione
Il protocollo di infusione per via endovenosa di vitamina C (IVC) prevede la lenta somministrazione di vitamina C a dosi dell’ordine di 0,1 – 1,0 grammi di ascorbato per chilogrammo di massa corporea.
Sebbene l’IVC possa avere una varietà di possibili applicazioni, tra le quali:
La vitamina C è solubile in acqua ed è limitata nel modo in cui può essere assorbita se somministrata per via orale. Mentre l’ascorbato tende ad accumularsi nelle ghiandole surrenali, nel cervello e in alcuni tipi di globuli bianchi, i livelli plasmatici rimangono relativamente bassi. I dati di Levine indicano che i livelli plasmatici negli adulti sani sono rimasti al di sotto di 100 µM, anche se sono stati assunti 2,5 grammi, quando somministrati una volta al giorno per via orale. Considerato il ruolo della vitamina C nella produzione di collagene, nel funzionamento del sistema immunitario e nella protezione antiossidante, non sorprende che i soggetti impoveriti di ascorbato abbiano difese immunitarie più basse nei confronti dei virus stagionali. Quando la vitamina C viene somministrata per infusione endovenosa, è possibile raggiungere concentrazioni di picco superiori a 10 mM senza effetti negativi significativi.
La Proteina C-Reattiva e la VES sono utilizzate come marker di infiammazione, poiché i rapporti in letteratura indicano che l’elevata PCR è correlata a uno stato infiammatorio dell’organismo.
Prima di procedere con le infusioni di alte dosi di vitamina C è si consiglia di sottoporsi ad alcuni esami di laboratorio di screening, come ad esempio:
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